C’è una chicca che sorge nel cuore della Maremma meridionale, a sud di Grosseto: è Montemerano, piccola e magica frazione di Manciano. Questo borgo trasuda di storia medievale e al contempo si presta a essere meta ghiotta per coloro che sono in cerca di passeggiate e relax ‘al naturale’. Nei suoi dintorni, infatti, si snoda una fitta rete di sentieri tra i boschi e la campagna, dove gli amanti del verde rimarranno ammaliati. Montemerano, per la sua bellezza e la sua peculiarità, fa parte del virtuoso circuito dei Borghi più Belli d’Italia. Non resta che andare a scoprirne tutti i segreti.
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Montemerano, cosa vedere: la triplice cerchia muraria
Montemerano è protetto da tre cinte murarie e, nonostante l’incedere del tempo, il suo borgo si presenta tutt’oggi in ottime condizioni. La prima cerchia delle mura ospita al suo interno la parte alta del paese, nota come Castello. La seconda, ampliata dai Senesi con tre torrioni (XV secolo), fa da scudo alla zona costruita nel Duecento, quella sotto la rocca aldobrandesca. Infine, la terza cinta è andata a fortificare ulteriormente le difese del borgo, unendo al centro storico la Chiesa di San Giorgio e il quartiere eretto lungo il Quattrocento.
Montemerano: la magia di Piazza del Castello
Il borgo è una vera chicca ed è popolato di vie intime che profumano di storia e che puntualmente spuntano in angoli mozzafiato, come le piazzette dell’Antico Frantoio, di San Martino, di San Giorgio, del Ritiro, del Forno e quella del Campanile . Altra piazza superba è quella del Castello, che pare essere stata dipinta da un pennello magico e raffinato: le costruzioni in pietra a vista si alimentano di loggette ad archi, terrazze, finestre e fiori, restituendo un posto fiabesco. Qui, è celebre l’edificio caratterizzato da una torre quadrangolare. Si tratta di un palazzo che, lungo i secoli, fu degli Aldobrandeschi, dei Baschi, dei vicari senesi e, infine, sede del Comune di Montemerano dal XV secolo fino al 1783, anno in cui non fu più riconosciuto come ente amministrativo.
Montemerano: la Chiesa di San Giorgio, luogo simbolo della maremma meridionale cristiana
Montemerano accoglie la Chiesa di San Giorgio, che fu consacrata nel 1430 nonostante la sua storia inizia a essere scritta nel Trecento. Questo è uno degli edifici cristiani più importante della Maremma meridionale. I tesori al suo interno sono diversi. Tra questi ci sono il polittico di Sano di Pietro (1458), la statua policroma di San Pietro e il dossale in legno scolpito a bassorilievo dell’Assunta, firmati entrambi dal Vecchietta. Altri due luoghi interessanti sono la Pieve di San Lorenzo, la più antica chiesa del borgo (già citata in una bolla del 1188 e rimasta sconsacrata nel corso dei secoli. Oggi è adibita a spazio teatrale) e la Chiesa della Madonna del Cavalluzzo, che trova posto poco fuori dal centro storico (fu eretta nel XV secolo, venendo rimaneggiata nel Seicento).
Montemerano e dintorni: gite fuori porta
Montemerano è collocato in una posizione ‘strategica’, utile per chi ama le gite fuori porta. Ecco un elenco di alcuni luoghi interessanti dove si può fare tappa: a circa 45 km, chi ha voglia di mare, si può tuffare nelle acque del Tirreno sbarcando nella laguna di Orbetello e nel magnifico promontorio dell’Argentario. Chi è sempre in cerca di ‘frescura’ acquatica, procedendo per circa 55km verso il Centro-Italia, può arrivare sulle rive del Lago di Bolsena. Gli amanti dell’altitudine possono fare tappa al monte Amiata (1700 metri), distante da Montemerano 45 km circa. In zona virtebese, invece, ecco le etrusche Tuscania e Tarquinia (distanti tra i 60 e i 65 km). Altri posti degni di visita, tutti nel raggio di una decina di km dal borgo, sono la cisterna romana del Castellum Aquarum di Poggio Murella, il Castello di Manciano e il borgo di Saturnia. Buona gita!
Montemerano: cosa mangiare, i piatti tipici
Siamo in una zona ricca di tradizione culinaria, d’altra parte come ogni angolo del Bel Paese. I piatti forti del borgo sono i tortelli riempiti con ricotta, erbette, spinaci o bietola, conditi con dell’ottimo ragù di carne, e l’acquacotta, cioè una zuppa di verdure, insaporita con uovo fresco. Infine, non scordatevi di assaggiare lo squisito olio del territorio, che arriva in tavola solo dopo che c’è stata un’attenta selezione di olive frantoiane, moraiole, ragge e canine. Buon appetito!