Secondo lo scrittore Pessoa, nessun fiore avrebbe mai potuto gareggiare con i colori eccezionali di Lisbona. Difficile dargli torto, perché la brezza atlantica si diverte a scombinare meteo e luci in una città affascinante sia illuminata dal sole, sia sferzata dalla pioggia.
Indice
- 1 Tram 28, ovvero come inerpicarsi sui colli di Lisbona
- 2 Oceanário, un tuffo senza bagnarsi!
- 3 Museo Calouste Gulbenkian: capolavori tra i secoli
- 4 Una casbah? No, è Alfama!
- 5 Un sorso di ginjinha
- 6 Pastéis de Belém, un dolce da assaggiare
- 7 L’apice dello stile manuelino: il monastero dos Jerónimos
- 8 Museu Nacional do Azulejo: guida ai segreti delle piastrelle nazionali!
- 9 Il cuore della capitale del Portogallo: Praça do Comércio
- 10 Un palazzo fiabesco: gita a Sintra
Tram 28, ovvero come inerpicarsi sui colli di Lisbona
Un’istituzione a Lisbona: il giallo tram 28 si arrampica tra i colli regalando scorci meravigliosi del fiume Tago, della Cattedrale (Sé), di piazze e teatri. La corsa completa ha una durata di 40 minuti circa, coprendo la distanza da Praça Martin Moniz a Campo Ourique.
Salire su questo mezzo non è emozionante “solo” per i panorami. I tram Remodelado risalgono infatti al 1930 e sedersi sulle lucide, scomode, levigate panche di legno proietta indietro nel tempo. Un’unica cautela: proprio per l’innegabile fascino, almeno un viaggio sul mitico trabiccolo se lo concedono proprio tutti, borseggiatori inclusi.
Ammirate perciò il lento susseguirsi di facciate e vedute non dimenticando di monitorare anche borsa e/o zaino!
Oceanário, un tuffo senza bagnarsi!
Il maltempo è piuttosto frequente, in una terra aperta all’influsso dell’oceano. Le attività indoor sono però molteplici e trascorrere una giornata al coperto può essere un’esperienza piacevolissima. Ad esempio, visitando il gigantesco Oceanário (uno degli acquari più grandi del mondo!), sperimenterete una specie di immersione…con i vestiti.
L’impianto d’avanguardia consente infatti una visione completa in tutti gli habitat oceanici del pianeta, fornendo delle ricostruzioni davvero sorprendenti. Impossibile memorizzare tutte le 8.000 specie che nuotano in circa 7 milioni di litri di acqua marina.
Di particolare impatto la vasca centrale, dove convivono razze, squali toro e il rarissimo pesce luna. Nella luce soffusa dell’allestimento, il lento movimento di questi animali accompagna il visitatore in una danza magica ed ipnotica.
Museo Calouste Gulbenkian: capolavori tra i secoli
Ogni oggetto esposto all’interno del museo è un’opera d’arte eccezionale. La collezione, composta con pazienza dal mecenate armeno Calouste Gulbenkian, spazia dai reperti archeologici alle arti decorative, dalla pittura moderna e contemporanea ai manufatti islamici e mesopotamici. Da non perdere le opere di artisti come Rembrandt, Rubens, Manet e Degas. Meno note, ma ugualmente emozionanti, opere come una splendida tazza in alabastro egizia o i gioielli art nouveau di René Lalique. Il palinsesto mensile del museo promuove inoltre una serie di mostre temporanee, concerti dal vivo e spettacoli. Se, in questo vortice culturale, necessitate di una pausa, fermatevi alla caffetteria. La vista sul giardino è meravigliosa, i prezzi economici e i piatti eccellenti: da provare sia il pasticcio di carne, sia la limonata homemade.
Una casbah? No, è Alfama!
Il rione collocato tra il castello e il Tago reca le tracce più evidenti della dominazione araba. Lo stesso nome, infatti, richiama l’antico appellativo Al-Alhaman, letteralmente, la fonte. Oggi sono ben lontani i tempi del condottiero dei Mori, Ordoño III, ma lo spazio richiama ancora una casbah. Perdetevi nel dedalo di vie tortuosissime, scale sconnesse, balconi pericolanti e giardini dove si affacciano i tanti negozi di creazioni artigianali, i venditori di pesce e molti musicisti.
Un bazar del nuovo millennio insomma, ma ancora legato ad una forte identità di quartiere. Quasi impossibile infatti, anche per chi conosce il portoghese, comprendere il calão dell’Alfama, una flessione linguistica che testimonia al meglio la feroce identità degli abitanti!
Per una visione dall’alto di Alfama è ideale prendere qualcosa da bere dal Miradouro de Santa Luzia. Gustate ad esempio una birra, sempre economica, dalla terrazza che si affaccia sul colorato susseguirsi dei tetti.
Un sorso di ginjinha
Nessun cocktail o aperitivo: la pausa alcolica più autentica del lisbonese medio è il copo de ginjinha, un liquore a base di amarene, depositate come dettato dalla tradizione nel bicchiere. Questa bevanda, prima prediletta dell’alta borghesia, si è lentamente imposta in tutti gli strati sociali, fino ad essere particolarmente amata da poeti e fadisti, golosissimi di questo liquore originario dell’Asia Minore.
Ordinate perciò il vostro bicchierino in uno dei locali intorno alla piazza del Rossio. Per arredamento e calore è delizioso, tra i tanti, A Ginjinha (Largo de São Domingos 8).
Pastéis de Belém, un dolce da assaggiare
In teoria, nulla di speciale: si tratta di tartine con crema pasticcera e una spolverata di cannella. In pratica, sono talmente buone che non solo la celebre Antiga Confeitaria de Belém ne sforna circa 15.000 al giorno, ma la ricetta è tenuta segreta dal 1837.
Arrivate la mattina presto e prendetele per colazione (da metà mattina la fila può essere scoraggiante) e gustatele nei pressi della Torre di Belèm, una meravigliosa fortezza affacciata sul Tago. Se avete tempo, entrate e salite la strettissima scala a chiocciola: la vista sul fiume è straordinaria e il vento è profumato di oceano.
L’apice dello stile manuelino: il monastero dos Jerónimos
L’architettura del chiostro sembra pizzo ricamato nella pietra. Questo monastero, generato dalla fantasia di Diogo de Botaica e dalle ingenti ricchezze del re Manuel I nel 1501, testimonia la centralità portoghese nei traffici marittimi. La fondazione commemora infatti la scoperta del cammino per l’India ed è un gioiello di arte decorativa, simbolo della Lisbona capitale atlantica.
Tra gli animali fantastici scolpiti nei capitelli, articolati doccioni, simboli e incisioni distribuiti in ogni elemento, ricordatevi di non perdere la semplicissima tomba di Fernando Pessoa, uno degli scrittori portoghesi più letti e amati nel mondo.
Museu Nacional do Azulejo: guida ai segreti delle piastrelle nazionali!
Gli azulejos, piastrelle smaltate spesso a motivi geometrici ispano-moreschi, tappezzano le facciate di interi palazzi, in tutta Lisbona. Questo museo, allestito nella splendida cornice di un edificio seicentesco, vanta una collezione tanto straordinaria quanto didattica: la maestosa Sala das Batalhas, una specie di Cappella Sistina dell’azulejo, vi lascerà incantati.
Merita una sosta anche il giardino (con caffetteria): notate le mattonelle dipinte con scene culinarie, un vero invito artistico al cibo.
Il cuore della capitale del Portogallo: Praça do Comércio
La cartolina per eccellenza. La piazza si apre teatralmente sul fiume e sui maestosi palazzi porticati, è attraversata da un vociare continuo di passanti e dallo sferragliare dei tram. Il luogo ideale per respirare ancora una Lisbona scomparsa. Proprio da qui infatti le navi affrontavano il mare per giungere a destinazioni esotiche, scaricavano merci rare e preziose, ridisegnavano mappe geografiche.
Un palazzo fiabesco: gita a Sintra
Dichiarato Patrimonio dell’Umanità Unesco, il palazzo di Sintra è un magnete per tutti gli amanti dell’architettura più audace. Qui si mescolano infatti gli stili moresco, manuelino e rinascimentale italiano, dando vita a un edificio unico e bizzarro. Se l’esterno è sfarzoso, altrettanto complesse si rivelano le sale interne: gli azulejos, tra i più antichi del Portogallo, sono ancora una volta protagonisti. Da non perdere il soffitto intagliato della Capela Palatina, un vortice caleidoscopico di intagli raffinatissimi.