1.941 m sopra il livello del mare, è situato sul Monte Vettore: stiamo parlando del Lago di Pilato, noto anche con il nome di Lago con gli Occhiali per la forma dei suoi invasi complementari, nonché comunicanti nei momenti in cui c’è un’abbondante presenza di acqua. Le sue dimensioni registrano un perimetro di circa 900 metri per una larghezza di 130 metri: la profondità degli invasi è all’incirca di 8-9 metri.
Indice
Dove si trova il Lago di Pilato
Il Lago di Pilato trova ‘ospitalità’ sul Monte Vettore, ossia nel massiccio e nel Parco nazionale dei Monti Sibillini. Appartiene al comune di Montemonaco, che a sua volta rientra nella provincia di Ascoli Piceno (Marche). Dista poco meno di un km dal confine umbro.
Come arrivare al Lago di Pilato: il primo sentiero
Per giungere al Lago di Pilato ci sono due opzioni tra cui poter decidere. La prima strada è quella che parte da Foce (frazione di Montemonaco). Da qui si inizia a camminare verso sud per oltre un paio d’ore su una strada sterrata fino a lasciarsi alle spalle il Piano della Gardosa. Per questo primo tratto si può anche utilizzare l’auto. Per farlo bisogna informarsi alla Casa del Parco che si trova in paese. Poi tutti a piedi, per forza: si imbocca un sentiero sulla sinistra e ci si addentra in un fitto boschetto sorpassando dei ripidi tornanti. Ecco un canalone: si prosegue ancora fino ai suggestivi pendii della valle. A questo punto, l’ambiente via via si apre e si ‘punta’ il lago che apparirà in tutto il suo splendore. In totale sono circa 3 ore di camminata, 2 ore e mezza per chi sceglie di usare l’auto nel primo pezzo.
Come arrivare al Lago di Pilato: il secondo sentiero
Il secondo sentiero comincia dal versante marchigiano, da Forca di Presta, località del comune di Arquata del Tronto. Si segue il percorso indicato fino alla cima del monte Vettore. Chi vuole può far tappa al rifugio Tito Zilioli e poi inizia a declinare verso la valle del lago dal lato umbro, vale a dire dalla Capanna Ghezzi, passando per Forca Viola. In circa due ore vi ritroverete ad ammirare l’incanto del Lago con gli Occhiali.
Balneazione forbidden al Lago di Pilato: il motivo del divieto
È assolutamente vietato fare il bagno nelle acque del lago. Anzi si deve mantenere una distanza di almeno 5 metri dal bordo per non correre il rischio di pestare le uova deposte a riva tra le rocce in secca dal Chirocefalo del Marchesoni. Si tratta di un piccolo crostaceo rosso che misura 9-12 millimetri e nuota col ventre rivolto verso l’alto. Altra rarità faunistica dell’area è un insetto molto piccolo detto ditiscide, coleottero acquatico nero di origine boreo-alpina.
Perché si chiama Lago di Pilato? All’origine della leggenda
La leggenda vuole che nelle acque del lago sarebbe finito il corpo di Ponzio Pilato, condannato a morte dall’imperatore Tiberio che lasciò libero un carro di bufali trasportante la salma che venne scaraventata nella conca dall’affilata cresta della Cima del Redentore. Questa storia spiega in parte l’origine del perché a partire dal XIII secolo la zona sia stata ritenuta invasa da streghe e negromanti, credenze che costrinsero le autorità religiose del tempo a proibirne l’accesso.