in

Grotte di Castellana, un viaggio nel sottosuolo pugliese

Grotte di Castellana

Le grotte di Castellana si trovano nel comune di Castellana Grotte, in provincia di Bari, da cui distano circa 40 km. Alle porte della Valle d’Itria, raggiungerle è molto semplice. Essendo un luogo molto frequentato dai turisti, italiani e stranieri, le indicazioni sono piuttosto precise. Arrivati in loco, troverete un ampio parcheggio per auto e camper a due passi dall’ingresso. Numerosi sono i bar e ristoranti, nonché i negozi di souvenir, per rilassarsi al termine della visita.

Come si sono formate le Grotte di Castellana

Il processo di formazione di queste grotte di origine carsica risale al Cretaceo. Ai tempi, la Puglia era completamente sommersa da un mare abitato da molluschi e vegetali marini. I loro gusci e le loro carcasse, depositandosi sul fondo, hanno formato uno strato di sabbia e fango. Le compressioni della crosta terrestre hanno portato alla formazione di uno strato di calcare spesso diversi chilometri. Il successivo innalzamento delle terre, a causa dell’elevata compressione, ha generato delle fratture. L’acqua piovana poi, scorrendo, ha continuato a scavare. Successive frane hanno creato la “copertura” attuale.

Questa è la genesi, semplificata al massimo, delle grotte di Castellana. Spero che i più esperti non me ne vogliano.

Visitare le Grotte di Castellana

Le grotte, come le vediamo oggi, sono state esplorate per la prima volta nella loro interezza il 23 gennaio 1938 dallo speleologo Franco Anelli. La loro estensione è di 3 km e si trovano 330 metri sotto il livello del mare.

L’ingresso avviene da un’ampia apertura, l’unica che collega il sistema di grotte con l’esterno, ed è chiamata Grave. Da che se ne ha memoria, questa apertura è sempre esistita e incuteva timore agli abitanti della zona. Di notte, con il buio, vedevano uscire non solo pipistrelli ma anche vapore e ritenevano che questo fosse l’anima dei morti suicidi.

Due sono i percorsi possibili all’interno delle grotte. Il primo, più breve, misura un chilometro e ha durata 50 minuti. Il secondo invece misura 3 km e dura circa 120 minuti. Il costo del biglietto nel primo caso è di 12 euro, nel secondo di 16. Io ho avuto modo di percorrere il percorso più lungo e devo dire che ne è valsa davvero la pena. Nel biglietto è compresa anche la visita al Museo Speleologico: un momento di approfondimento per gli appassionati.

Esiste anche una visita notturna, denominata Speleonight, organizzata per gruppi di minimo 15 persone. Questa esperienza vi permetterà di provare le stesse sensazioni dei primi esploratori. Le luci infatti saranno tutte spente e si proseguirà con l’ausilio di lampade. Il costo è di 25 euro.

Come tutte le grotte, il consiglio è quello di munirsi di scarpe comode, possibilmente con la suola in gomma, e di un maglione. La temperatura interna oscilla infatti dai 14 ai 16°C tutto l’anno. Per quanto riguarda gli orari invece, vi consiglio di visitare il sito per consultare quelli aggiornati.

Il percorso

L’ingresso delle grotte, come detto, avviene da un’enorme voragine denominata Grave. Da qui, gallerie più o meno ampie, si snodano nel sottosuolo seguendo un percorso nato dall’azione erosiva di un antico fiume sotterraneo.

Il primo ambiente che si incontra contiene delle grandissime stalagmiti, denominate i Ciclopi. Tutti gli ambienti e le concrezioni prendono infatti nomi mitologici o fantastici. Non mancano poi la lupa, la madonnina, la civetta e la torre di Pisa.

Giusto per dare qualche informazione in più, ricordate che le stalattiti sono quelle che vengono d’alto, mentre le stalagmiti si originano dalle prime come conseguenza del fenomeno di gocciolamento. Quando stalattiti e stalagmiti si uniscono, formano le colonne.

Oltre a questi “classici” è possibile ammirare colate e cortine, due tipi di concrezioni nate dallo scorrimento dell’acqua. Degne di nota anche i corolloidi e i cristalli di laghetto, che solitamente si sviluppano in piccole pozze d’acqua. Una delle cose più interessanti che è possibile ammirare sono anche le perle di grotta: strati di calcite attorno ad un microscopico granello di roccia ricreano qualcosa di simile alle classiche perle.

La visita ha il suo culmine nella Grotta Bianca. Definita “la più splendente del mondo” per la ricchezza e il biancore dell’alabastro, vale davvero il biglietto.

Durante l’escursione sarà anche possibile osservare dei fossili risalenti al periodo del Cretaceo, nonché canyon, pipistrelli e altri animaletti che abitano le grotte.

Vi ricordo che le concrezioni (stalagtiti e stalagmiti, ma anche coralli, colate e cortine) non vanno toccate. I microrganismi presenti sulle nostre mani, provocano l’arresto di tutti i fenomeni di sedimentazione del calcare, creando un danno irreparabile.

Nelle vicinanze

La visita alle grotte, come detto, richiede al massimo un paio di ore. Nei dintorni è possibile trascorrere la restante mezza giornata passeggiando per le vie di Alberobello, ammirando i caratteristici trulli. Una bella cittadina sul mare è invece Polignano. Merita una visita anche la vicina Cisternino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Cremona Torrazza

Cremona, una gita tra torrone e violini

san Pietro Roma

Le 10 Chiese più grandi del mondo